Al fianco di Alberto Angela ospiti d’eccezione come Vittorio Storaro che racconterà come il pittore abbia influito sul suo modo di concepire la luce nel cinema. A punteggiare il racconto, le “testimonianze d’epoca”: Massimo Bonetti interpreta Giovanni Baglione, biografo e rivale di Caravaggio e Anna Safronick colei che fu modella e amante del pittore, Lena. Intervengono in qualità di esperti la storica dell’arte Rossella Vodret, il maestro di scherma Renzo Musumeci Greco e lo storico e archivista di Stato Michele Di Sivo, che ci guiderà sulle tracce dell’artista conservate nei documenti dell’Archivio di Sant’Ivo alla Sapienza.
Ho letto l’articolo-intervista di Alberto Angela su Caravaggio in “Sorrisi e Canzoni TV” e rimango stupito che il suo sito ne abbia sottolineato alcune uscite del popolare conduttore (tra l’altro molto bravo) che con il Merisi non c’entrano nulla. Dopo la presunta omosessualità ormai per fortuna rimasta solo nell’immaginario di qualche scrittore in cerca di pruderie, adesso scatta in avanti per il pittore lombardo l’immagine di un truculento mercenario e Rambo a caccia di malcapitati da ridurre a mal partito.
A parte il fatto che come lei ben dovrebbe ben sapere la morte di Ranuccio Tomassoni è stata la conclusione di un duello all’ultimo sangue tra due gruppi organizzati in precedenza per i quali la partita alla pallacorda è stata solo la scusa per fare i conti su problemi probabilmente di attenzioni femminili (Ranuccio che aveva rapporti con le donne di Caravaggio e questo che forse aveva messo gli occhi sulla disinvolta Lavinia Iugoli) ma il clima di quegli anni, non solo a Roma, era tra i più violenti tanto che le esecuzioni capitali (altro esempio di sanguinarie macellazioni) erano quasi quotidiane. Caravaggio sicuramente non era il tipo con cui scherzare troppo ma addirittura trasformarlo in un volgare delinquente è eccessivo e fuorviante.