Si tratta di biografi, storici locali, persino viaggiatori stranieri. Alcune documentano uno stato conservativo della tela gravemente compromesso, a causa dell’umidità, già alla fine del Settecento come il francese Dominique Vivant Denon, il primo (1788) a farne cenno: “si conserva l’ombra di un grande quadro del Caravaggio, che fu danneggiato, si dice, dall’ultimo terremoto (che nel 1693 devastò Noto e la Sicilia orientale), e di cui non resta quasi che la tela”.